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di Fermo e del territorio fermano.
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a cura di Piero Evandri
approfondimenti dal territorio fermano
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Il Palio delle Botti
Rievocazione storica del 1570 - Da Castello a Comune Libero.
Nel novembre 1569 il Castello di Ponzano inviava a Roma, come ambasciatore, ser Scipione Leonardi, ponzanese facoltoso, che aveva il vanto di godere rapporti, non sappiamo se di parentela o di affari, con la famiglia Strozzi di Firenze.
Ser Scipione recava con sé un memoriale scritto da esporre personalmente a Papa Pio V, ove erano rimarcate le lamentele ed il malcontento dei Ponzanesi che, dipendendo dalla Giurisdizione della Città di Fermo, da questa Città erano costretti a pagamenti indebiti e per di più erano amministrati da Vicari incapaci e prepotenti. Nell’udienza a viva voce, raccontò delle scorrerie sempre crescenti dei Fermani nel territorio ponzanese per far razzie di bestiame con conseguenti incendi ed uccisioni, con danneggiamenti alle vigne ed ai raccolti. Pertanto chiese che il Castello venisse sottratto e staccato dalla Giurisdizione di quella città avocandone il possesso alla S.Sede. Il Papa incaricava Carlo De Grassis, Vescovo di Montefiascone, per far un’inchiesta la quale confermò punto per punto quanto dichiarato da ser Scipione.
Quindi accogliendo la richiesta, tolse a Fermo la Giurisdizione sul Castello di Ponzano e vi inviò Fabrizio Bracciolini di Pistoia come Commissario con “funzioni podestarili”.
Il 5 aprile 1570 veniva stilato il Motu Proprio che sanciva la divisione, la separazione, lo smembramento del Castello di Ponzano dalla Città di Fermo, rendendolo Comune Libero e soggetto direttamente alla S.Sede. Il Papa dichiarava di essere stato bene informato circa “le sevizie, le estorsioni, l’imposizione e la riscossione di oneri e gabelle ed inoltre circa le invasioni, gli incendi, gli omicidi” ed altri misfatti arrecati e perpetrati dai Fermani contro i Ponzanesi. Pertanto prescriveva:
“Dividiamo, separiamo, segreghiamo e dismembriamo il Castello di Ponzano dalla Giurisdizione e dominio dei Priori, Regolatori, Governatori, Capitani ed Ufficiali della Città di Fermo. Il castello di Ponzano ed i suoi uomini, le loro cose e le loro proprietà, i diritti, i frutti e gli emolumenti saranno immediatamente soggetti alla Giurisdizione e dominio della S.Sede, per tramite della Camera Apostolica”.
Pertanto per l’avvenire veniva costituito e deputato Protettore e Difensore perpetuo della Terra di Ponzano il Vescovo di Fermo o il suo Vicario generale pro-tempore.
Si concedeva al Castello:
> I°- La facoltà di eleggersi un Podestà con funzioni di Pretore per le cause civili e criminali, purché non fosse scelto tra i cittadini fermani e l’elezione fosse confermatadalla Camera Apostolica;
> II° - La riscossione della tassa sui pascoli, da applicarsi ai sensi del Breve di Pio IV, che doveva andare per intero in favore dell’erario comunale;
> III° - L’autorizzazione ad imporre collette con facoltà ed indulto di incassare gabelle e dazi, di indire fiere e mercati;
> IV° - Si confermava la concessione di indire e tenere la Fiera nella Festa di S.Marco per 10 giorni con esenzione da ogni dazio e gabella, come goduto in passato.
Inoltre, si faceva divieto alla città di Fermo, ai Legati e Governatori, per qualsiasi motivo, di intromettersi negli affari detta Terra di Ponzano e nessuno poteva molestare in qualunque modo i cittadini nei loro pascoli e nel loro territorio, sotto pena dell’esborso di 5.000 Ducati, della scomunica e di altre pene ad arbitrio del Papa stesso.
Le lettere patenti della Camera Apostolica con il visto del decano, del vescovo di Macerata, del Vescovo di Narni, di Mons. Carlo De Grassis e di Mons. Giambattista Doria, furono spedite, mediante cursore al Comune di Ponzano, il 17 aprile 1570.
Il 5 giugno successivo, i Ponzanesi adunati in Parlamento, elessero loro Podestà per il secondo semestre di quell’anno, il sig. Marco Attilio Alberini da Monterone. L’approvazione ed il nulla osta della Camera Apostolica fu spedito da Roma il 23 luglio 1570.
Da questo specifico episodio ha preso spunto la Rievocazione Storica “Da Castello a Comune Libero - 1570” che, dal 1993, viene svolta nell’ultima domenica di luglio.
Per quattro giorni, nel Borgo Medievale ricostruito, tornano le scene quotidiane con le feste, i tornei, le immagini più vive con gli splendidi colori del Rinascimento; tornano i sapori antichi con la cena medievale ricca di salse e ricette cinquecentesche che condiscono ed accompagnano “lo casio pecorino, li fascioli có le cotiche, le tagliatelle de farro, la carne de messer lo porco, li piccioni e la faraona arrosto, lo gengiovo (dolcetto locale, ricco di spezie, espressamente vietato nel 1573).
La domenica (l’ultima di luglio), la Magistratura comunale, i Notabili, i Capitani d’armi, gli Armigeri, le splendide Dame, rievocano il più grande evento della storia millenaria di Ponzano: la conquista della Libertà Comunale con il Corteggio Storico per le vie del vecchio incasato.
Il momento centrale è rappresentato dall’accoglienza che viene tributata al primo Podestà eletto al quale viene consegna della chiave del Castello nel tripudio delle tre Contrade (S.Giorgio, Castello, Crocefisso) che chiudono la Rievocazione con la Sfida nella Corsa delle Botti per la conquista del Palio.
© Testi del Dott. Ferruccio Scoccia da Ponzano di Fermo (FM)
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