“Fermo Mia” il primo portale D.o.c.
di Fermo e del territorio fermano.
Nel portale “Fermo Mia” troverete tantissime peculiarità storiche della città di Fermo e di tutto il fermano, la Fermo artistica, la Fermo culturale, la Fermo storica, la Fermo nascosta, la Fermo che non si conosce.
a cura di Piero Evandri
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Monte Vidon Combatte
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Monte Vidon Combatte
La cittadina sorge nella media valle dell’Aso, a 393 mt. di altitudine.
Il suo nome sembra abbia origini medioevali, poiché secondo la tradizione il suo antico proprietario, in seguito all’attacco da parte della Rocca di Monte Varmine, chiamò in aiuto il fratello Corrado, signore di Monte Vidon Corrado.
Il messaggero inviatogli sembra che gli si sia rivolto dicendogli: corri Corrado, che Guidone combatte.
In seguito la parola Guidon si è tramutata in “Vidon”.Può anche darsi, invece, che il nome della cittadina derivi dal nome del suo proprietario, che nel Liber Iurium viene indicato come Combatte, signore di Monte Guidone.
Della storia antica del piccolo centro si sa molto poco a causa di un allagamento, avvenuto nel 1950, del seminterrato dove era contenuta tutta l’antica documentazione. L’attuale Archivio conserva materiale scritto dalla fine del XIX° sec. in avanti.
I primi insediamenti di questo territorio risalgono all’epoca piceno-romana e il colle dove attualmente sorge il centro storico di Monte Vidon Combatte, probabilmente già nel IX° secolo a.C. era popolato dai Piceni.
Nei pressi del territorio di Collina Nuova, frazione di Monte Vidon Combatte, alcuni studiosi hanno ubicato la mitica e misteriosa città di Novana. La città, citata da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, era situata vicino al territorio di Ortezzano, dove è stato ritrovato un importante sito archeologico, e vicino a quello di Monte Rinaldo, dove è stato ritrovato un importante santuario ellenistico. Questo santuario ha evidenziato la presenza di un importante asse viario Ascoli-Fermo.
Inoltre, nel territorio compreso tra Monte Vidon Combatte e Petritoli, secondo altri studi doveva passare la “Via Picena” o “Salaria Picena”, strada che diramandosi da Ascoli in due direzioni (una verso nord e una verso sud), nella direzione nord passava nei pressi del Monte dell’Ascensione, poi a Monte Vidon Combatte, Petritoli, Monterubbiano, Fermo, Corridonia, Osimo e Rimini. Sembra che per questa via sia spesso passato l’esercito romano.
Nel Medioevo il piccolo paese appartenne all’Abbazia di Farfa e nel 1083 viene citato tra i possessi del Vescovo di Fermo. In seguito, nel XIII° secolo, passò al Comune della stessa città, della quale seguì le vicende storiche e di cui divenne un produttivo centro agricolo.
In effetti il paese gode di un’ottima posizione sulla valle dell’Aso, che è ancora oggi una bella e fertile terra coltivata prevalentemente a frutteto.
Nell’antichità Plinio citava come eccellenti i vini del Piceno, soprattutto quelli dell’Agro Palmense, che corrispondono, secondo gli storici, proprio ai nostri territori medio-collinari. E le colline rappresentano infatti le zone migliori per la vita e la produzione dell’uva, che necessita del sole per poter regalare alte gradazioni zuccherine ed ottimi bouquets.
Il comune di Monte Vidon Combatte si trova a soli 20 km dalla Riviera delle Palme, con le sue spiagge rinomate, a 30 km dai Monti Sibillini, con i suoi splendidi paesaggi e le sue leggende, ma anche vicino a due città d’arte come Fermo e Ascoli Piceno.
Alle spalle del centro abitato c’è un piccolo colle , ricco di vegetazione spontanea, chiamato Monte della Formica (il nome sembra sia dovuto alla presenza di buche terragne adibite a depositi cinerari, che si possono vedere anche a Monterubbiano), mentre lungo la Val d’Aso si trova la Macchia Pelagallo, proprietà dell’omonima famiglia, anch’esso un bellissimo parco naturale (qui si trovano le farnie, le querce più diffuse in Europa, ma rare nelle Marche) dove è possibile effettuare piacevoli escursioni sia a piedi che in mountain-bike.
Da vedere e visitare
Resti della cinta muraria XIV°-XV°sec.
Il paese conserva buona parte delle mura castellane, caratterizzate (soprattutto quelle meridionali) da una scarpatura in pietrame. Nel corso dei secoli XIV-XV°alle mura vennero aggiunte delle torri rompitratta . Alla porta principale venne aggiunta un’antiporta con dispositivo a trappola (porta a doppio fornice), ponte levatoio e caditoie.
La porta a doppio fornice, che costituiva l’accesso al castello e che è ancora oggi visibile e perfettamente restaurata, è vicinissima ad una bella loggia a cinque archi, incorporata in un palazzo privato, il Palazzo Pelagallo, di origine trecentesca e una volta di proprietà di signori feudali.
Chiesa Parrocchiale di San Biagio
Progettata dall’architetto Maggi, fu costruita intorno al 1795. E’dotata di un possente campanile (costruito sulla base di un antico possente torrione quadrato) che termina con una cella campanaria dai contorni tondeggianti munita di balconata.
Al suo interno conserva “La Vergine col Bambino”, olio su tela di Jacopo Agnelli, del XV° secolo ed un organo di stampo callidiano.
Chiesa delle Anime Sante
Nel “borgo” si trova la caratteristica chiesetta barocca, risalente al XVIII sec., precisamente al 1701, dedicata alle Anime Sante.
Il Lavatoio
Situato nei pressi della “Peschiera”, laghetto di pesca dei conti Pelagallo.
Chiesetta di San Procolo
Conserva affreschi del XV° sec. e un polittico di Fra’ Martino Angeli del 1457, ora situato al Museo Diocesano di Fermo.
Palazzo Pelagallo
Del XIV° secolo, situato vicinissimo alla principale porta d’ingresso all’antico castello, comprende una bella loggia a cinque archi che ha le sue fondamenta sulla scarpatura della cinta muraria. Appartiene all’antica famiglia nobiliare.
PERSONAGGI ILLUSTRI
Illustre medico e primo Ministro della Sanità della Repubblica Italiana.
Scrittore, esploratore ed eroico combattente.
MANIFESTAZIONI
» Festa del Patrono San Biagio - Si svolge il 3 febbraio.
» Festa di Sant’Antonio Abate - In frazione Collina Nuova, si svolge in gennaio.
» Sagra delle quaglie - La sagra risale al 1967 e si svolge ogni prima domenica di agosto.
» Festa del Vino - Ultima domenica di ottobre.
Tipicità
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