“Fermo Mia” il primo portale D.o.c.
di Fermo e del territorio fermano.
Nel portale “Fermo Mia” troverete tantissime peculiarità storiche della città di Fermo e di tutto il fermano, la Fermo artistica, la Fermo culturale, la Fermo storica, la Fermo nascosta, la Fermo che non si conosce.
a cura di Piero Evandri
territorio del fermano
Montegiorgio
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Montegiorgio » Il paese di Domenico Alaleona
Montegiorgio
La cittadina sorge sulla dorsale collinare che fa da spartiacque tra il fiume Tenna e il torrente Ete Morto, a 411 mt. di altezza.
Il suo territorio risulta abitato sin dalla preistoria, in seguito al ritrovamento nel centro cittadino, di una fabbrica di selci e una fonderia di bronzo.
Sono stati rinvenuti anche una necropoli picena, risalente ai sec. VII°-V° a. Cristo, e un serbatoio d’età romana.
Il centro storico, nella sua forma attuale, risale circa all’anno Mille, quando i monaci benedettini raccolsero i primi abitanti intorno alla Chiesa di Santa Maria Grande (attuale San Francesco) ed al convento.
L’agglomerato di case, chiamato Mons Sanctae Marie in Georgio, crebbe e produsse reddito, tanto che nel 1099 venne cinto da mura. Prima dell’anno 1199 si eresse Libero Comune.
Successivamente cercò sempre la maggior autonomia possibile da Fermo e nel 1199 strinse un patto di alleanza con essa.
Nel 1229 la cittadina ottenne da Rinaldo, duca di Spoleto, alleato dell’imperatore Federico II° di Svevia, la giurisdizione su di un vasto territorio e l’autonomia da Fermo. Questo stato di cose permase fino al 1244, anno in cui la Chiesa la restituì a Fermo per premiare quest’ultima per la sua fedeltà ad essa.
Nel XIV° sec. Montegiorgio seguì le sorti di Fermo nella sua lotta tra Impero e Stato Pontificio: subì la tirannia di Mercenario da Brunforte, fu successivamente legato a Fermo dal cardinale Egidio Albornoz, che aveva riorganizzato la Marca Anconetana, ed in seguito subì la tirannia di Rinaldo da Monteverde che nel 1376 si era impossessato del potere. Tre anni più tardi, nel 1379, il tiranno lasciò Fermo e si rifugiò a Montegiorgio nel suo castello di Monteverde (attuale frazione di Montegiorgio).
Incalzato dalla Lega Guelfa (che univa Fermo, Ancona, Recanati e Rodolfo da Camerino), lasciò la cittadina e si rifugiò a Montefalcone Appennino.
Montegiorgio nel 1385 fu preso dai Fermani, ai quali dovette assoggettarsi.
Agli inizi del XV° sec. la cittadina restò coinvolta nelle ostilità tra il papa Gregorio XII° e Ludovico Migliorati, rettore di Fermo e della Marca Anconetana.
Nel 1433 si assoggettò a Francesco Sforza e seguirono decenni di scaramucce con Fermo che terminarono nel 1486, anno in cui si giunse ad una tregua con risarcimento dei rispettivi danni subiti.
Nel 1527 Montegiorgio fu devastato dai lanzichenecchi di Sciarra Colonna.Nel 1760 un violento incendio distrusse parte dell’Archivio Comunale.
Alla fine del XVIII° secolo, con l’invasione francese, Montegiorgio fu parte del Dipartimento del Tronto, come capoluogo di Cantone e nel 1797 fu tassato per il mantenimento delle truppe francesi che si erano stabilite a Macerata.
Circa la seconda invasione francese (1804-1813) si sa molto poco. In seguito tornò allo Stato Pontificio sotto il quale rimase sempre, tranne alcuni brevi periodi in cui la cittadina fu sotto Gioacchino Murat, sotto gli Austriaci (1815) e poi con la Repubblica Romana(1849).
Nel 1860 entrò a far parte del Regno d’Italia, nel 1900 acquisì Alteta, fino ad allora comune autonomo.
Da vedere e visitare
Archivio Storico del Comune di Montegiorgio
Cappella Farfense
Annessa alla Chiesa di San Francesco, contiene un interessante ciclo di affreschi della prima metà del ‘400 attribuiti ad Antonio Alberti di Ferrara.Nella cappella sono presenti le pietre tombali delle nobili famiglie montegiorgesi: belle quelle delle famiglie Alaleona (XV° sec.) e Bonocori.
Chiesa di San Francesco
Sorge sulla sommità del paese, detta il “Pincio”, e domina un suggestivo panorama.
La chiesa, un tempo Santa Maria Grande, fu costruita attorno all’anno Mille, e nei secoli ha subito molti rimaneggiamenti, il più importante dei quali fu quello del 1585, sotto il pontificato di Papa Sisto V°, che ne snaturò il disegno.
Rimane il bellissimo portale in travertino della facciata, opera del maestro Gallo, del 1325.
L’interno, molto rovinato, è in stile neoclassico e ospita la “Mostra della cultura contadina dell’Alto Piceno”.
Chiesa di San Giacomo
La chiesa, di cui già si parla negli statuti comunali, è stata più volte rimaneggiata ed ha un impianto romanico-gotico. Il bel portale in laterizio (XIV° sec.) è affiancato da un tozzo campanile.
All’interno conserva due affreschi: una “Madonna” e una “Crocifissione” del tardo ‘500.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
La chiesina sorge sui resti della precedente chiesa del SS. Salvatore.
Quando nel 1812 crollò il tetto, rimase in piedi solamente il portale con la parete adiacente, come la vediamo oggi.
Quando nel 1825, casualmente, in una nicchia del muro superstite fu rinvenuta una bella immagine della Madonna col Bambino, si decise di ricostruire una chiesa.
Il progetto troppo costoso dell’architetto Carlo Maggi fu ridotto e venne costruita la chiesina attuale.
Le decorazioni neogotiche sono dell’artista montegiorgese Raffaele Alessandrini, mentre l’altare in stucco è opera del recanatese Luigi Mandolini.
La piccola chiesa, dopo attenti restauri, è stata riaperta al pubblico.
Chiesa di San Giovanni e San Benedetto
La chiesa, edificata intorno al 1789, presenta una bella facciata classicheggiante in laterizio con un unico portale d’accesso.
All’interno sei grandi arcate costituiscono l’accesso a sei cappelle laterali. Decorata in finto marmo, custodisce opere di Luigi Fontana (1827-1908), Stefano Parrocel (XVIII° sec.) e un organo Morettini del 1837.
Chiesa di San Michele
Appartenuta ai benedettini fino al 1263, passò poi al clero secolare.
Di stile barocco al suo interno conserva pregevoli stucchi bianchi.
Chiesa di Sant’Andrea
Conserva al suo interno una preziosa pala dipinta a tempera su tavola di Francesco Ghissi datata 1374.
Monumento ai caduti
Situato in Piazza Alaleona, rappresenta il “Combattente”, ed è opera di Gaetano Orsolini.
Palazzo Comunale
Fu costruito negli anni Cinquanta al posto del vecchio convento, di cui conserva solamente lo scalone monumentale con le decorazioni del XVIII° secolo di Pio Panfili.
Al suo interno raccoglie alcune opere di Gaetano Orsolini.
Porte di San Nicolò e Sant’Andrea – (XVIII° secolo).
Palazzo Passari
Situato in Piazza Matteotti, risale ai secoli XVI° e XVII°.
Il teatro sorge sullo spazio precedentemente occupato dal Palazzo Civico, del quale rimane soltanto l’antica torre addossata ad un muro incompiuto del teatro.
Questo fu edificato tra il 1878 e il 1884 su progetto dell’architetto Giuseppe Sabbatini.
Il teatro è un gioiellino di arte neoclassica e al suo interno sono visibili bei dipinti dell’ascolano Giovanni Picca e decorazioni in stucco bianco e oro di Salomone Salomoni.
Ippodromo San Paolo
Importane impianto sportivo di carattere internazionale.
Alteta
La frazione fu comune autonomo fino al 1869. Conserva ancora la struttura di castello medioevale e bei palazzi civili e religiosi.
Cerreto
Fu il più piccolo comune dello Stato di Fermo ed il suo toponimo deriva da “cerro”, un tipo di quercia che doveva essere molto abbondante.
La particolarità del suo centro storico è quella di essersi sviluppato sul versante di una valle anzichè su di un colle. Da visitare la Chiesa di Santa Maria che conserva al suo interno un ciclo di affreschi attribuiti al Pagani.
Monteverde
Era un piccolo castello che fu patria dei tiranni Mercenario e Rinaldo da Monteverde.
Mercenario era un acceso ghibellino che nel 1331 con un colpo di stato divenne tiranno di Fermo, dominò con la violenza fino a quando non fu ucciso.
Rinaldo, invece, dopo quattro anni di dominio su Fermo fu cacciato e si rifugiò nel castello di Monteverde dal quale iniziò continue lotte con Fermo.
Nel 1380 Egidio da Monte Urano lo tradì per 1000 ducati aprendo il castello ai Fermani che lo catturarono e uccisero.
PERSONAGGI ILLUSTRI
» Domenico Alaleona (1881-1928)
Diplomatosi nel 1907 in composizione, organo e armonia al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, nel 1908 si laureò anche in lettere.
Dal 1916 insegnò al Conservatorio di Santa Cecilia e fu un precursore sullo studio degli aspetti tecnici della musica, introducendo termini ancora oggi in uso, come la dodecafonia. Alla sua morte lasciò più di seicento lavori di cui il più conosciuto è l’opera “La Mirra”.
» Giacinto Cestoni (1637-1718)
Apprendista speziale, fu biologo e ricercatore di altissimo livello.
Le sue intuizioni e sperimentazioni furono basilari per la moderna biologia.
» Gaetano Orsolini (1884-1954)
Scultore e medaglista ebbe i primi rudimenti del disegno dal padre Pietro, apprezzato scultore.
» Frate Ugolino (inizio XIV° sec.)
Autore del testo latino dei “Fioretti di San Francesco”.
» S.E. Mons. Giuseppe Petrelli (1873-1962)
Evangelizzatore e diplomatico.
MANIFESTAZIONI
» Raccantando – Festival dei conta e cantastorie (periodo estivo)
» Festa del Patrono San Giorgio – 23 Aprile
» Benedizione delle Rose – Santa Rita da Cascia - 22 Maggio
» Fiera del Soccorso – 21 Novembre
Tipicità
» Liquori di produzione locale a base d’anice.
» Lu Caciù - (Calcione) dolce tipico carnevalesco montegiorgese.
» Lavorazione artigianale del giunco e del bambù.
Si ringrazia l'amministrazione comunale di Montegiorgio per la concessione del materiale e l'apporto fornito
alla realizzazione delle pagine.
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